L'Architettura per Parti

Modi organizzativi delle Parti

1 L'accostamento tra le parti

2 La compenetrazione tra le parti

3 La traslazione, la rotazione, la sottrazione delle parti

1 - L’accostamento tra le parti

Quando la parte si accosta ad altre parti si stabilisce un’interdipendenza, un legame e quindi una relazione sotto forma di un principio linguistico: elencazione, duplicazione, connessione.

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2 - La compenetrazione tra le parti

Elementi linguistici noti, dotati di forte permanenza nella storia, sono materiali “convenzionali”; il loro “ri-utilizzo” garantisce la continuità storica del nuovo progetto. Allo stesso tempo l’innovazione è assicurata dalla “non convenzionalità” del riuso del materiale noto: sovrapposizione, stratificazione, frammentazione delle parti.

Tutte quelle infinite forme combinatorie che derivano dalla compenetrazione delle parti sono mentalmente pensate come “mobili” su assi di scorrimento non paralleli, (e quindi virtualmente disposte ad intersecarsi), realizzano una forma organizzativa di straordinario interesse formale.

Nella nuova unità risultante ciascuna parte conserva la sua identità e, allo stesso tempo, contribuisce a costruire un’unità superiore: la frase. Inoltre, tutti gli archetipi, in quanto interni alla processualità storica, sono soggetti di trasformazione; da intendersi questa come forma incessante del riuso.

Il tempo nel progetto diviene quindi un principio valido ed utilizzabile; il progetto può prevedere fasi temporali distinte, ciascuna delle quali viene espressa da una distinta morfologia progettuale e quindi da una ben individuata forma. Il tempo necessario alla costruzione della città viene così “catturato” dal progetto di architettura che lo fa suo, nella dimensione sincronica di un "nuovo progetto”.

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3 - Traslazione, rotazione, sottrazione

L’organizzazione delle parti mediante assi ordinatori rinvia ad esigenze di forte strutturazione e quindi di stabilità. Quando le parti vengono intersecate e compenetrate le une nelle altre.

Alcune di esse cedono proprie parti a vantaggio di altre che vengono a costituire strutture più “forti” delle prime, dando vita ad un processo di frantumazione controllata delle parti: la sottrazione.

Al contrario esiste un campo pressoché infinito in cui le forme si dislocano senza particolari affinità di tipo geometrico, oppure attraverso volute negazioni di qualunque geometria di base. Il tutto all’insegna di una instabilità dell’insieme, che senza rinunciare alla forma (e quindi senza cadere nella casualità) afferma con forza valori non razionali, volutamente non logici. Traslazioni e rotazioni mettono maggiormente in risalto - nella composizione - la forza delle forme archetipe, cioè “immagini che prima ancora di appartenere alla nostra storia di uomini appartengono al preconscio... immagini che ci sembrano familiari anche se non le abbiamo mai viste.”

Gli archetipi, le strutture invarianti della nostra storia e della nostra mente, rappresentano spesso i perché dell’architettura, troppo spesso ridotta ai formalistici problemi del come.

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